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Testi Sanremo 2014 - Arisa - Controvento

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la cantante arisa si esibisce al festival di sanremo 2014
Di questa canzone mi sono imposto di analizzare solo il testo, quindi qui non troverete nessuna considerazione utile relativamente alla cantante, all'interpretazione e alla musica. Era ora di vedere se Arisa avesse deciso di fare il salto di qualità, oppure di rimanere la cantante di canzonette leggere come sincerità. Il testo scritto da Giuseppe Anastasi punta su un cliché abbastanza consueto: una storia d'amore non semplice. Capire il testo non è difficile, e la parte più interessante sta nelle prime strofe, cosa abbastanza comune in questo festival della canzone italiana. Sembra quasi che gli autori abbiano idee sufficienti per scrivere un testo completo. Eccolo qui:

Io non credo nei miracoli, meglio che ti liberi
meglio che ti guardi dentro
Questa vita lascia i lividi
questa mette i brividi
certe volte è più un combattimento
C’è quel vuoto che non sai,
che poi non dici
mai, che brucia nelle vene come se
Il mondo è contro te
e tu non sai il perché, lo
so me lo ricordo bene lo sono qui
Per ascoltare un sogno
Non parlerò
Se non ne avrai bisogno
Ma ci sarò
Perché così mi sento
Accanto a te viaggiando controvento
Risolverò
Magari poco o niente
Ma ci sarò
E questo è l’importante
Acqua sarò
Che spegnerà un momento
Accanto a te viaggiando controvento
Tanto il tempo solo lui lo sa,quando e come finirà
La tua sofferenzae il tuo lamento
C’è quel vuoto che non sai
che poi non dici mai
Che brucia nelle vene come se
Il mondo è contro te
e tu non sai il perché
Lo so me lo ricordo bene
lo sono qui
Per ascoltare un sogno
Non parlerò
Se non ne avrai bisogno
Ma ci sarò
Perché cosi mi sento
Accanto a te
viaggiando controvento
Risolverò
Magari poco o niente
Ma ci sarò
E questo è l’importante
Acqua sarò
Che spegnerà un momento
Accanto a te
Viaggiando controvento
Viaggiando controvento
Viaggiando controvento
Acqua sarò che spegnerà un momento
Accanto a te viaggiando controvento
 Il messaggio è abbastanza chiaro e diretto: c'è una persona che soffre e nelle prime righe questa sofferenza viene descritta in modo quasi poetico nella sua drammaticità: "quel vuoto che non sai, che poi non dici mai, che brucia nelle vene". E qui la vena si è già esaurita, nel senso che la nostra brava protagonista promette di stargli vicino e di aiutarlo, di camminare assieme controvento. Si perchè il "vento"è una di quelle forze della natura che non possiamo controllare, che a volte soffiano a favore, altre a sfavore, indipendentemente da noi. E quanto la vita ci soffia contro tutta la sua cattiveria, dobbiamo imparare a camminarle contro. La cosa interessante resta una: chi è questa persona che ha bisogno di aiuto? Subito verrebbe da pensare al suo compagno, ma non credo sia così. A me sembrerebbe più un figlio, lo deduco da frasi come "il mondo è contro di te e tu non sai il perchè, lo so me lo ricordo bene". Certo, chi non ricorda l'adolescenza? Quei momenti in tutto sembrava remare contro? Oppure "quel vuoto che non sai, che poi non dici mai", ovvero i ragazzi che stanno male, e a volte, senza nemmeno sapere il perchè, e che non raccontano nulla ai genitori. Il fatto poi che dal testo si evinca che questa gli voglia stare vicino sempre, tutta la vita e a tutte le condizioni, fa davvero pensare ad una madre che parla al proprio figlio.
Che dire? Il testo non è un granchè, ma, malgrado tutto, è uno dei migliori del festival. Certo, una spanna sotto Cristiano de Anrè, ma anche una spanna sopra alla maggior parte degli altri.
Insomma, il salto di qualità che mi auspicavo, non c'è stato. Ma non si può nemmeno parlare di un flop. Direi piuttosto rimandata al prossimo album. Coraggio Arisa, ce la puoi fare, forse hai solo bisogno di collaborazioni con autori migliori.


Le polemiche su Sanremo sono davvero parte del festival?

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Sembra che le polemiche facciano parte del festival, come dire, non si fa polemica perchè ci sono validi motivi per fare polemica, ma è solo una stupida abitudine che fa parte dell'evento! E quindi va tutto bene così. Mi ci avevano quasi convinto. Ma adesso vi chiedo di fare uno sforzo: riuscite a ricordare almeno 10 canzoni che hanno partecipato agli ultimi 20 festival? E se vi chiedessi chi ha vinto le ultime 3 edizioni riuscireste a rispondere? Diciamo la verità, quello che manca a questo festival è proprio la musica. Ospiti, scandali, interviste, gossip, non manca nulla per fare 10 milioni di ascolti, però a chi, come me piace, la musica, be... Non ci credete? Ripeto, pensate a 10 grandi canzoni degli ultimi 20 anni ed io intanto, vi faccio vedere come in ogni edizione a cavallo tra gli anni 80 e 90 ci fossero almeno 5 grandi canzoni in gara e altrettante tra gli ospiti.
Parto dal 1987 perchè è il primo festival di cui ho ricordi (avevo 13 anni), e rimarrete impressionati!!!

Sanremo 1987.

foto gruppo artisti partecipanti al festival di sanremo del 1987
Italiani:
  • Si può dare di più - Morandi, Tozzi, Ruggeri
  • Quello che le donne non dicono - Fiorella Mannoia (stupenda!!!!)
  • Io Amo - Fausto Leali
  • Nostalgia Canaglia -  Albano e Romina
  • Garibaldi Innamorato - Sergio Caputo
Ospiti:
  • Europe - ricordate the final countdown?
  • Duran Duran - nell'87 nemmeno Gesù aveva tanto successo
  • Frankie Goes to Hollywood - pura leggenda, Relax e The Power of love...
  • poi non so più chi mettere, cazzo, ma ci rendiamo conto? Nick Kamen che spopolava con Tell Me e faceva innamorare tutte del donne del mondo, Spandau Ballet, gli antagonisti dei Duran Duran, Paul Simon, Pet Shop Boys, che per l'occasione componevano la canzone "Paninaro", Bob Geldof, The Smith e Patsy Kensit che per errore scopriva una tettina durante l'esibizione... Mancava solo Mozar e c'erano tutti!!! Cioè, con tutto rispetto, immenso Cat Stevens, ma una vecchia gloria non regge al confronto con queste leggende della musica, che, peraltro, all'epoca erano al top!!! E non mi citate Franca Valeri e Leatitia Casta che non sono nemmeno cantanti. Questi cantavano!!! E che musica!!!

Sanremo 1988.

foto di gruppo degli artisti partecipanti al festival di sanremo 1988
Italiani:
  • Perdere l'amore - Massimo Ranieri
  • L'amore rubato - Luca Barbarossa
  • Andamento Lento - Tullio de Piscopo
  • Le notti di maggio - Fiorella Mannoia
  • Mi manchi - Fausto Leali
Ospiti:
  • Paul Mc Cartney (addirittura un beatles!!!! Riuscite ad immaginare qualcosa di più??)
  • George Harrison (ecco cosa si può volere di più, un secondo Beatles, per la prima volta sullo stesso palco da quando la band si era sciolta, un evento unico a livello mondiale!!!!)
  • Belinda Carlisle (che bella erano lei e la canzone "la luna")
  • Bon Jovi (in piena bomba con "bad name")
  • e il quinto posto non so a chi darlo, alla leggenda di Woodstock Joe Cocker? Agli a-ah? Rick Astley? Def Leppard? Art Garfunkel? Brian Ferry? Terence Trance d'Arby?????

Sanremo 1989.

foto di gruppo artisti partecipanti al festival di sanremo 1989
Italiani:
  • Ti lascierò: Fausto Leali e Anna Oxa
  • Almeno tu nell'universo - Fiorella Mannoia
  • Cosa resterà di questi anni 80 - Raf
  • Vasco - Jovanotti (questa era una zozzeria, ma ha segnato il passiaggio da "Jovanotti Gimme Five" all'odierno Lorenzo Cherubini)
Stranieri:
  • tanto per iniziare la leggera Ray Charles (e non aggiungo commenti)
  • Aznavour - una vera chicca per gli amanti della MUSICA
  • Elton John
  • Depeche Mode
  • Simlpy Red (tormentone con it's only love)
Mo sono stanco, ma prometto che andrò avanti con la lista. Ma intanto, avete capito perchè a quelli come me girano le balle quando vedono questi Sanremo qui? Il festival è in continua decadenza e ci si spera che qualcosa cambi. Cosa deve cambiare? Semplice, spendere meno soldi in boiate e portare cantanti e canzoni di qualità come si faceva all'epoca!!!

Luciano Ligabue - Tu sei lei

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ligabue mentre canta sul palco tu sei lei

Crescendo si cambia?

Grande rispetto per il grande rocker emiliano, anche se, ultimamente, lo trovo sempre meno rock. Occhio che questo non vuole essere un insulto, sta solo cambiando stile. Sta abbandonando la durezza delle musiche e dei testi tipici del rock, per accarezzare musiche più dolci e temi più sensibili. Un tu sei lei non ce lo potevamo certo aspettare da uno che cantava non è tempo per noi! Personalmente lo preferivo vecchio stile, ma questo è solo questione di gusto personale. Non ditemi che Ligabue in un intervista ha definito questo il "più rock dei suoi album", perchè sembra quasi averlo detto per non far sentire traditi i vecchi fans. Il titolo dell'ultimo album è Mondovisione, e lo trovo un lavoro pregevole.

Ligabue, un'anima inquieta, ha trovato l'amore eterno?

"Se un bel giorno passi di qua lasciati amare e poi scordati in fretta di me, che quel giorno è già buono per amare qualchedun altro...", così cantava il primo Ligabue. Oggi ci dice che "Di definitivo nella vita non c'è nulla, però dire ad una persona tu sei lei ci si avvicina molto". Contraddizioni? No, semplicemente si cresce. Preferisco artisti che non fingono ipocritamente di essere sempre gli stessi, ma manifestino il loro cambiamento senza vergogna. Lo stesso passaggio che hanno fatto autori come Jovanotti e Max Pezzali, e che invece non è mai riuscito a Venditti o Gino Paoli.

Non vi sbalordirà se dico che nel testo non c'è molto da capire, il testo è fin troppo chiaro, ma non rinuncia a qualche picco davvero poetico.
La frasi che più mi piacciono è "non nascondermi i difetti mentre a me piacciono tutti" e "ti guardo mentre sogni, ma mi tocca stare fuori, mi tocca solo indovinare". Lascia dedurre che dopo tanti anni e tanta intimità, non si è raggiunta ancora l'intimità totale. Lei ancora cerca di recitare, di nascondere i propri difetti e i propri sogni. Lo trovo meraviglioso, la coppia perfetta e quasi eterna non si è "seduta", non è banale. C'è ancora quel adolescenziale desiderio di mostrare, di piacere, di sembrare migliori.
Il resto del testo, come detto sopra, sembra semplice, e sembra che non ci sia tanto da capire. Almeno finchè non si vede il video.

Il video nasconde il vero significato del brano?

Una testo dovrebbe camminare da solo, senza bisogno di un video per essere capito, altrimenti è più un musical che una canzone. Eppure questo mi sembra davvero interessante, perchè stravolge il tutto. È vero che a volte lo si fa apposta, ma qui non mi sembra. Iniziamo col dire che il video mi piace, in perfetto stile Ligabue si vedono piacenti ragazze, solari e sorridenti. Il concetto di bellezza di Ligubue è straordinario. Non sta in due gambe esagerate, in una sesta di reggiseno o in un abbigliamento da puttanone tipico dei rapper. Il massimo della bellezza è il sorriso, il sorriso genuino e sincero delle persone semplici.
Nel video si vedono un sacco di coppie che si fotografano, e rende bene l'idea: ognuno ha una lei, una donna che nel momento dello scatto è l'unica, e il centro dell'obiettivo, come "lei"è il centro della sua vita. In tutto il video si vedono ragazze sorridenti e coppie felici, mentre il cantante è sempre da solo in un bar che le guarda. Il video finisce che resta lui, nella solitudine, nel silenzio, in un paesaggio che ha quasi preso i colori tipici dell'autunno. Quindi? Per Oscar Wilde l'amore perfetto esiste solo come sogno, dal momento in cui un amore diventa reale cessa di essere poesia. Non è che il cantante di "non è tempo per noi"è rimasto lo stesso di allora, e quindi stia semplicemente sognando la sua lei? È per questo che è quasi perfetta ed eterna? Perchè non esiste? Perchè è ancora poesia? È una canzone dedicata a tutti i fortunati che hanno una ragazza che gli sorride? La ragazza che lui non ha? Siamo noi che guardando gli altri in modo superficiale crediamo possa esistere una lei anche per noi, solo che non l'abbiamo ancora trovata?
Naturalmente queste domande non hanno una risposta, che dire? Ancora una volta grande Ligabue!!!

Testo di tu sei lei di Luciano Ligabue.

Dopo tutti questi anni
io non smetto di guardarti
qualche volta ancora a bocca aperta
non finisco di capire
non finisci di stupire
come non dovesse mai finire
Vuoi nascondermi i difetti
mentre a me piacciono tutti
ma non te lo vuoi sentire dire
E ti guardo mentre sogni
e mi tocca stare fuori
e mi tocca solo indovinare
Dopo tanti anni e un giorno
quando il mare sembra calmo
vieni fuori ancora tu
con quel nome da straniera
da chi è sempre stata sola
e da un po’ non deve più
Tu sei lei
tu sei lei
fra cosi tanta gente
tu sei lei
tu sei lei
e lo sei stata sempre
E quegli occhi li conosco
io li ho visti spesso nudi
ma non si vedeva mai la fine
il tuo cuore accelerato
le pupille dilatate
e non mi restituisci il cuore
Dopo tanti anni e un giorno
quando il vento sembra fermo
vieni fuori semrpe tu
con quel nome da straniera
da chi riesce a stare sola
ma da un po’ non deve più
Tu sei lei
tu sei lei
fra cosi tanta gente
tu sei lei
tu sei lei
e lo sei stata sempre
sei l’universo intero
ci ha fatto rincontrare
qualcosa di sicuro vorrà dire
tu sei lei
come sei
inesorabilmente
E mi hai salvato tante volte
da qualche tipo di altra morte
andando dritta sulla verità
e mi regali un altro giorno
in cui sembra tutto fermo
ma tutto si trasforma
tutto si conferma
e lasci il tuo profumo
come a dirmi ‘io ci sono’
Tu sei lei
tu sei lei
fra cosi tanta gente
tu sei lei
tu sei lei
e lo sei stata sempre
sei l’universo intero
ci ha fatto rincontrare
qualcosa di sicuro vorrà dire
tu sei lei
come sei
inesorabilmente

Stromae - Papaoutai

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immagine del manichino che rappresenta stromae nel video di papaoutai

Chi è Stromae?

Stromae, secondo un gergo francese chiamato Verlan, significa il maestro, e, con un pizzico di arroganza, a parer mio, è lo pseudonimo con cui si firma Paul Van Haver, un giovane cantante Belga (non francese come molti pensano). Stromae è di origini belga da parte di madre, mentre il padre è originario del Ruanda, paese dove ha conosciuto la morte nel 1994 durante il genocidio dei Tutsi ad opera degli Hutu, quando Stromae aveva solo 9 anni.
Al padre è dedicata questa canzone, o almeno, così pare. Se vogliamo capirne il testo fino in fondo, dobbiamo sempre tenere a mente quello che ci dicono i grandi autori: è impossibile scrivere su qualche cosa che ti coinvolge direttamente. A titolo d'esempio: quando chiesero a Vasco Rossi se "benvenuto tra noi" fosse dedicata a suo figlio, l'autore di Zocca rispose che è impossibile scrivere una canzone a proprio figlio, andrebbe piuttosto immaginata come una canzono di tutti i padri del mondo al loro figlio.
Tornando a noi, non credo che Stromae abbia dedicato la canzone a suo padre, nonostante nel brano ci siano diversi riferimenti autobiografici: la prematura scomparsa e l'assenza cronica dello stesso.
La vedo come una canzone di tutti gli adulti del mondo che sentono la necessità di un padre, e non necessariamente di un padre biologico, ma anche di una guida sempre presente o, più semplicemente, di Dio.

I padri, un'assenza rassicurante.

Nel testo, che trovate di sotto, nella prima parte parla una bambino, che chiede alla madre dov'è il padre. La risposta è che il padre non è lontano. Non si parla di lontananza geografica. Leggendo bene si intende che per il bambino il padre è sempre vicino e rassicurante, anche quando non c'è. Il padre sa tutto! Il padre non ha bisogno di parlare! Il padre non ha bisogno di ascoltare! Il padre è una certezza, un punto fermo.

La mancanza di un padre quando si è adulti.

Nella seconda parte il "non più giovane" Stromae capisce che sta diventando adulto, che sarà lui un papà, e che non c'è nessun papà per lui. Il papà ripeto, rappresenta la certezza, il poter vivere senza preoccupazioni, è lui che ci protegge, è lui che pensa a tutto. Ora Stromae sta diventando adulto, probabilmente anche lui padre, e vorrebbe un padre che gli facesse da padre. E si domanda se sarà lui stesso un buon padre. Ma che padre potrà avere un padre? Se cambiamo la parola padre con Dio il tutto conserverà lo stesso significato. Ecco cos'è Dio per l'autore. Un padre, al pari del suo, che non si vede, che non si sente e con cui non è possibile parlare, ma che c'è e conosce tutti i suoi bisogni.

Il bisogno sentire Dio.

La terza parte è quella più struggente. È un implorazione, dove sei nascosto? Fatti vedere! Devi farlo! Per quanto una fede sia forte, spesso questa vacilla. Arrivano i dubbi, le paure, e tutti noi imploriamo Dio di farsi vedere, di darci un segno, di farci avvertire la sua presenza, che da sola, basta a darci conforto e coraggio.
Testo eccellente, come spesso lo sono i testi francofoni, che, con mio dispiacere, sono molto snobbati dal pubblico internazionale. Riguardo alla musica invece sono un po' più critico. Abbastanza prevedibile, poco originale, nessuna nota eccellente, ma, soprattutto, poco in linea col testo. Ma forse mi sbaglio io, avrei voluto una musica più discreta proprio per non distrarre dalla profondità del testo, un po' come fa Guggini, ma non è detto che questa sia una cosa buona.
In conclusione, in via del tutto eccezionale, ringraziamo Sanremo che ha portato alla conoscenza del grande pubblico italiano questo pregevole autore Belga (il pubblico più raffinato già lo conosceva), e speriamo che riesca a darci tante canzoni come questa.

Testo originale in francese:

Dites-moi d’où il vient
Enfin je serais où je vais
Maman dis que lorsqu’on cherche bien
On finit toujours par trouver
Elle dit qu’il n’est jamais très loin
Qu’il part très souvent travailler
Maman dit travailler c’est bien
Bien mieux qu’être mal accompagné
Pas vrai?
Où est ton papa?
Dis moi où est ton papa!
Sans même devoir lui parler,
Il sait ce qu’il ne va pas.
Hein sacré papa!
Dis moi où es-tu caché!
Ça doit…
Faire au moins mille fois que j’ai
Compté mes doigts
Hé!
Où t’es? Papaoutai?
Où t’es? Papaoutai?
Où t’es? Papaoutai?
Outai outai où papaoutai?
Où t’es? Papaoutai?
Où t’es? Papaoutai?
Où t’es? Papaoutai?
Outai outai où papaoutai?
Quoi, qu’on y croit ou pas
Y aura bien un jour où on y croira plus
Un jour où l’autre on sera tous papa
Et d’un jour à l’autre on aura disparu
Serons-nous détestable?
Serons-nous admirable?
Des géniteurs ou des génies?
Dites nous qui donnait
Sans soucis responsable!
Ah dites nous qui diar
Tout le monde sait
Comment on fait des bébés
Mais personne sait
Comment on fait des papas
Monsieur j’sais tout
On aurait hérité, c’est ça.
Trop d’sucer d’son pouce ou quoi?
Dites nous où s’est caché,
Ça doit…
Faire au moins mille fois qu’on a
bouffé nos doigts
Hé!
Où t’es? Papaoutai?
Où t’es? Papaoutai?
Où t’es? Papaoutai?
Outai outai où papaoutai?
Où t’es? Papaoutai?
Où t’es? Papaoutai?
Où t’es? Papaoutai?
Outai outai où papaoutai?
Où est ton papa?
Dis moi où est ton papa!
Sans même devoir lui parler,
Il sait ce qu’il ne va pas.
Hein sacré papa!
Dis moi où es-tu caché!
Ça doit…
Faire au moins mille fois que j’ai
Compté mes doigts
Hé!
Où est ton papa?
Dis moi où est ton papa!
Sans même devoir lui parler,
Il sait ce qu’il ne va pas.
Hein sacré papa!
Dis moi où es-tu caché!
Ça doit…
Faire au moins mille fois que j’ai
Compté mes doigts
Hé!
Où t’es? Papaoutai?
Où t’es? Papaoutai?
Où t’es? Papaoutai?
Outai outai où papaoutai?
Où t’es? Papaoutai?
Où t’es? Papaoutai?
Où t’es? Papaoutai?
Outai outai où papaoutai?

Testo tradotto:

Ditemi da dove viene,
alla fine io sarò dove sono
Mamma dice che quando si cerca bene
si finisce sempre per trovare qualcosa.
Lei dice che lui non è mai troppo lontano,
che va molto spesso a lavorare.
Mamma dice che è un bene lavorare,
molto meglio che essere male accompagnati
Non è così?
Dov’è tuo papà?
Dimmi dov’è tuo papà!
Anche senza dovergli parlare,
lui sa cosa non va.
Ah, sacro papà!
Dimmi dove sei nascosto!
Devi farlo…
Fallo almeno prima che conti le dita
altre mille volte.
Hé!
Dove sei? Dove sei papà?
Dove sei? Dove sei papà?
Dove sei? Dove sei papà?
Dove sei, dove sei, dove, dove sei papà?
Dove sei? Dove sei papà?
Dove sei? Dove sei papà?
Dove sei? Dove sei papà?
Dove sei, dove sei, dove, dove sei papà?
Tuttavia, che ci crediamo o no
ci sarà un giorno in cui ci crederemo eccome,
un giorno o l’altro saremo tutti papà
e da un giorno all’altro saremo tutti andati.
Saremo detestabili?
Saremo ammirabili?
Dei genitori o dei geni?
Dimmi chi è che dava
responsabilità senza preoccupazioni!
Sì, spiegateci la diarrea,
tutti lo sanno
come si fanno i bambini,
ma nessuno sa
come si fanno i papà.
Mio caro signore, io so tutto
l’ho ereditato, è così.
Troppo succhiare il pollice o cosa?
Dimmi dove si è nascosto,
dev’essere così…
Fallo almeno prima che mangi le dita altre mille volte.
Hé!
Dove sei? Dove sei papà?
Dove sei? Dove sei papà?
Dove sei? Dove sei papà?
Dove sei, dove sei, dove, dove sei papà?
Dove sei? Dove sei papà?
Dove sei? Dove sei papà?
Dove sei? Dove sei papà?
Dove sei, dove sei, dove, dove sei papà?
Dov’è tuo papà?
Dimmi dov’è tuo papà!
Anche senza dovergli parlare,
lui sa cosa non va.
Ah, sacro papà!
Dimmi dove sei nascosto!
Devi farlo…
Fallo almeno prima che conti le dita
altre mille volte.
Hé!
Dov’è tuo papà?
Dimmi dov’è tuo papà!
Anche senza dovergli parlare,
lui sa cosa non va.
Ah, sacro papà!
Dimmi dove sei nascosto!
Devi farlo…
Fallo almeno prima che conti le dita
altre mille volte.
Hé!
Dove sei? Dove sei papà?
Dove sei? Dove sei papà?
Dove sei? Dove sei papà?
Dove sei, dove sei, dove, dove sei papà?
Dove sei? Dove sei papà?
Dove sei? Dove sei papà?
Dove sei? Dove sei papà?
Dove sei, dove sei, dove, dove sei papà?

Perdere l'amore - Massimo Ranieri

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massimo ranieri ritira il premio come vincitore del festival di sanremo 1988
Vincitore, e con merito, del festival di Sanremo 1988. Non sono un fans di Ranieri, ma un cantautore che ha il coraggio di presentarsi davanti al pubblico dell'Ariston con questo pezzo ha tutto il mio rispetto! Si, perché questa è la canzone per voce maschile più difficile che sia mai stata presentata la festival. Non ci credete? Provate a cantarla al karaoke!
Il testo è molto poetico e toccante, anche se non molto difficile. È facile capire a cosa gira attorno: si tratta di un uomo di mezza età che è stato abbandonato dalla sua donna. Se avete 20 anni forse farete difficoltà a capire, ma essere abbandonati a 40 anni è terribile. Non si ha una sofferenza intensa e violenta come a 20, questo è sicuro, ma si prova una strana sensazione di svuotamento. Ci si domanda chi siamo, perché esistiamo e, soprattutto, per cosa vivremo gli anni seguenti della nostra vita. Ci si sente svuotati di tutto, senza un'anima! Il testo ve lo riporto sotto, ma intanto vorrei soffermarmi sul significato delle frasi più belle:

  • non chiesi mai... perché scegliesti me: certe domande ce le facciamo sempre troppo tardi, spesso noi maschi non riusciamo ad interpretare, o nemmeno notiamo, i segnali che ci mandi una donna
  • me che fino a ieri credevo fossi un re: una grande donna ha sempre la capacità di farci sentire speciali, anche se ci hanno scelto solo per compassione :D
  • perdere l'amore, quando si fa sera: la sera della vita, quando non si hanno più 20 anni, quando i capelli cominciano a diventare bianchi..
  • perdere una donna e avere voglia di morire: non richiede spiegazioni, la riporto solo perché la trovo di una potenza straordinaria. Difficile sintetizzare uno stato emotivo meglio di così!
  • prendere a sassate tutti i sogni ancora in volo: per chi non lo ha provato è difficile da capire. Col tempo si fanno dei progetti insieme, la casa nuova,  qualche viaggio, un nuovo lavoro assieme, o chissà cos'altro. Per giorni, dopo essere lasciati, ci viene istintivo ripensare a questi progetti. Ci vengono pensieri del tipo: devo andare in agenzia ad informarmi per... devo andare ad iscriverci al corso di ballo... per poi naturalmente prendere coscienza che non ha più senso. Sono i sogni ancora in volo da prendere a sassate! Una delle fasi più brutte. E per ogni sogno che fai cadere ti senti più vuoto. E alla fine ti sembra quasi di morire
  • spezzerò le ali del destino e ti avrò vicino: il non accettare! il voler cambiare la storia.
  • ammetto che sbagliavo... chissà che pretendevo...: un auto analisi fatta troppo tardi!
  • fino a che ti accorgi che non sei servito a niente: una storia non andata a buon fine lascia solo il vuoto. Sono anni della nostra vita e delle nostre emozioni buttati nel nulla!
Vi lascio qui il testo, augurandovi di non provare mai cosa significhi davvero provare tutto questo! Buon'ascolto e speriamo che Sanremo ci regali ancora vincitori di questo livello (non si offendano i fans se dico che questa canzone è almeno due spanne sopra quella di Arisa).

E adesso andate via
voglio restare solo
con la malinconia
volare nel suo cielo
non chiesi mai chi eri
perchè segliesti me
me che fino a ieri
credevo fossi un re
Perdere l'amore quando si fa sera
quando tra i capelli un po' di argento li colora
rischi di impazzire può scoppiarti il cuore
perdere una donna e avere voglia di morire
Lasciami gridare rinnegare il cielo
prendere a sassatetutti i sogni ancora in volo
Li farò cadere ad uno ad uno
spezzerò le ali del destino
e ti avrò vicino
Comunque ti capisco
e ammetto che sbagliavo
facevo le tue scelte
chissà che pretendevo
e adesso che rimane
di tutto il tempo insieme
un uomo troppo solo
che ancora ti vuole bene
Perdere l'amore quando si fa sera
quando sopra il viso c'è una ruga che non c'era
provi a ragionare fai l'indifferente
fino a che ti accorgi che non sei servito a niente
E vorresti urlare
soffocare il cielo
sbattere la testa mille volte contro il muro
respirare forte il suo cuscino
Dire è tutta colpa del destino
se non ti ho vicino_Perdere l'amore
maledetta sera
che raccoglie i cocci di una vita immaginaria
pensi che domani è un giorno nuovo
ma ripeti non me l'aspettavo
non me l'aspettavo
Saxophon
Prendere a sassate tutti i sogni ancora in volo
Li farò cadere ad uno ad uno
spezzerò le ali del destino
e ti avrò vicino
Perdere L'amore

Vasco Rossi - Dillo alla luna

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dillo alla luna di vasco rossi

La rabbia del Vasco.

È una delle mie canzoni preferite! Una delle sue canzoni più riuscite: un urlo contro il destino! Già dalle prime righe si capisce che il Vasco si rivolge ad una donna (questa volta è davvero una donna, lo dico per chi avesse letto gli altri miei post sulle sue canzoni), una donna che gli deve dire qualcosa di brutto. Non si dice cosa, ma sembra abbastanza chiaro che debba confessare un tradimento, o comunque, la fine di un'amore. E come rendere meglio il concetto se non con le parole: "guardami quando mi parli, se sei sincera"! Genio puro! Poesia! In due parole è riuscito a dipingere un quadro: una brutta cosa da dire, un forte imbarazzo, un ipocrisia di circostanza da parte di lei e il carattere forte di lui che vuole sapere, che vuole affrontare di petto la realtà. Una carattere forte, ma impotente di fronte alle decisioni di una donna! Ed ecco che la rabbia esce con forza, ma, per una volta, è una rabbia serena. La rabbia di chi non può fare nulla, ma che non si sente in colpa. Emblematica la frase: "la chiamerò sfortuna, maledetta sfortuna!!!".

Non te la prendere con me.

"Se c'è qualcosa che devi dire, dilla alla luna, chissà che porti fortuna...". Sembra che per una volta sia il cantante di Zocca la persona matura tra i due. Sottolinea ancora la serenità del cantante che invita la "paranoica" di raccontare alla luna i suoi problemi, i suoi dubbi, le sue ipocrisie e le sue vergogne. Lui dal canto suo si è già rassegnato a questa maledetta sfortuna che lo ha fatto inciampare ancora una volta. I ritornelli in questa canzone si ripetono quasi ossessivamente, e danno ancora più forza al senso della canzone. Ripetere mille volte maledetta sfortuna, come si vorrebbe sbattere mille volte la testa sul muro. Ripetere mille volte il "dillo alla luna", che sta per un "non ti ascolto, finiscila, non ti ascolto, non ti credo, non raccontarmi queste panzane, dillo alla luna!", che tanto ti ascolta come ti sto ascoltando io, ma almeno finta di crederti.

Un Vasco diverso.

Se da un lato Vasco Rossi nelle sue canzoni ha sempre posto l'accento sui fallimenti dovuti al suo carattere insicuro, immaturo e, a volte, irresponsabile, per una volta appare come "quello buono". Come la vittima di una donna bugiarda che lo sta condannando, ma non sembra portare rancore. Forse qui sta la parte più bella del messaggio: si sta molto più male quando una storia finisce per colpa nostra. Perchè capiamo se fossimo stati meno stupidi magari la storia sarebbe potuta continuare e perchè ci sentiamo in colpa. Essere vittime in fondo fa comodo, perchè ci scarica la coscienza. Ancora una perla del grande cantautore di Zocca!

Testo di dillo alla luna.

Guardami quando mi parli........
Guardami quando mi parli........
Guardami quando mi parli........
Guarda se è "vero"!?
Guardami quando mi parli.......
Guarda se "tremo"!?
...mmhh!....Smettila di parlare....
Guardando il muro!!!
E..... se qualcosa mi devi dire....
Dimmelo "duro"!
Guardala in faccia la Realtà!
e quando è dura!.......
sarà "sfortuna"......
........SFORTUNA!!!!!
Guardala in faccia La Realtà!
.......è più "sicura"!
Guardala in faccia La Realtà...
è "meno dura"!.....
Se c'è qualcosa che non ti va?!?...
.....dillo alla Luna!.....
Può darsi che "porti fortuna"!...
.....dirlo alla Luna!.........
Guardami in faccia quando mi parli!
se sei "sincera"!
Se non mi guardi quando mi parli....
non sei "sicura"!
La voglio in faccia la "verità"....
e se "sarà dura"!.....
La chiamerò "sfortuna"!....
.....Maledetta SFORTUNA!!!!!!!! 

Alan Sorrenti - Figli delle stelle

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figli delle stelle di alan sorrenti

Alan Sorrenti genio incompreso?

Molti sottovalutano la carriera artistica di questo cantante pop italiano. Partito come musicista impegnato, prestato alla dance commerciale, tornato a fare musica impegnata, e poi, dopo un lungo silenzio, riapparso con un album che è stato il prodotto dei suoi approfonditi studi di cultura buddista (l'album in questione è Bonno Soko Badau, una chicca sconosciuta dai più di cui mi riprometto di parlare). Purtroppo, il grande successo raggiunto con canzoni come figli delle stelle e tu sei l'unica donna per me, lo hanno fatto mettere nel baule assieme alle altre meteore degli anni 80. Un fine ingiusta per un cantautore che ha davvero messo grande impegno in ogni sua opera.

Alan Sorrenti ed il pop anni 80.

Tanto per cominciare parlo di pop anni 80, ma figli delle stelle è del 77. Il fatto è che il suo sound era così avanti che a riascoltarlo sembra ora sembra scritto negli anni in cui i Duran Duran spopolavano. Degli anni 70 conserva la voce in falsetto, non a caso venne scalzato dalla vetta della classifica dei dischi più venduti in Italia da Stain Alive dei Bee Gees (altro gruppo che cantava in falsetto). Le musiche? Geniali, "scorrevoli" e perfettamente ballabili. Ideali per sottolineare l'allegria e la spensieratezza di quegli anni, anni in cui in Italia si godeva di una crescita economica e sociale che sembrava inarrestabile, e anni in cui l'unica preoccupazione era l'invasione da parte dei russi.

Il testo.

Il testo è allegro, semplice e immediato. Mi domando però: chi non ha vissuto in quegli anni, lo può capire veramente? Vediamo di cosa si parla: figli delle stelle, perchè parla di ragazzi che vivono la notte. Erano gli anni del sabato sera, le strade erano ancora buie, non asfaltate e se guardavi il cielo vedevi ancora le stelle. Oggi vivere di notte è una cosa quasi normale, ma, al tempo, era una novità, basti pensare che fino a 10 anni prima la maggior parte dei comuni non aveva nemmeno l'illuminazione pubblica. Noi chi? Il protagonista e la donna che ha avuto al fortuna di conoscerlo quella sera. O, comunque, tutte le persone che condividono il suo stile di vita

Qual'è lo stile di vite dei figli delle stelle?

"Come le stelle, silenziosi nella notte ci incontriamo", chiarissimo: apparteniamo ad un altro mondo. Nascosto, buio, ma bello come un cielo stellato (la gioia e la spensieratezza sono argomenti ricorrenti in questo testo).
"Non ce tempo di fermare questa corsa senza fine che ci sta portando via": si vive ad un ritmo frenetico. Certo farebbe sorridere chiamare frenetica la rimini degli anni '70, se paragonata alla provincia di oggi, ma al tempo l'automobile, le discoteche, le radio libere ed un miglior tenore di vita, avevano dato il via ad una vita che non finiva alle 9 di sera davanti ad un mazzo di carte ed un bicchiere di rosso, ma che ci permetteva di spostarci, di andare a ballare, di visitare le città di vicine, di passare delle notti in spiaggia... Per la prima volta si stava svegli di notte, e non per lavorare!
"Figli delle stelle, senza storia, senza età, eroi di un sogno": una delle frasi più belle nel panorama musicale italiano. Si potrebbe parafrasare così: non so chi sei, come ti chiami, da dove vieni! So solo che questo momento è bellissimo, e lo voglio vivere fino in fondo, senza domandarmi cosa faremo domani! Qui si sente molto il condizionamento proveniente dalla gioventù sessantottina e del suo amore libero.
"Come due stelle noi riflessi sulle onde scivoliamo": questa frase non la so spiegare con parole mie, eppure il suo significato mi sembra abbastanza chiaro. In tutto il brano si parla di euforia, velocità, contatti sfuggenti, esattamente come i riflessi di una stella nelle onde (quasi quasi mi sa che son riuscito ad essere chiaro).
Inutile che descriva il resto del testo, è abbastanza chiaro. Che dire? Bello, originale, efficace e poetico, purtroppo, molto sottovalutato. Questo genio della musica, e non solo italiana, è stato relegato a cantante pop anni 80 assieme a Raffaella Carrà, Tarzan Boy e Sabrina Salerno, spero che la critica si svegli e capisca che vale molto di più. Mike Oldfield ci ha messo 30 anni per "ottenere giustizia", speriamo che con Alan non ce ne vogliano 60.

Testo della canzone.

Come le stelle noi
soli nella notte ci incontriamo
come due stelle noi
silenziosamente insieme
ci sentiamo.
Non c'è tempo di fermare
questa corsa senza fine
che ci sta portando via
e il vento spegnerà
il fuoco che si accende
quando sono in te, quando tu sei in me.
Noi siamo figli delle stelle
figli della notte che ci gira intorno
noi siamo figli delle stelle
non ci fermeremo mai per niente al mondo.
noi siamo figli delle stelle
senza storia senza età eroi di un sogno
noi stanotte figli delle stelle
ci incontriamo per poi perderci nel tempo.
Come due stelle noi
riflessi sulle onde scivoliamo
come due stelle noi,
avvolti dalle ombre noi ci amiamo
io non cerco di cambiarti
so che non potrò fermarti
tu per la tua strada vai
addio ragazza ciao,
io non ti scorderò
dovunque tu sarai,
dovunque io sarò.
Noi siamo figli delle stelle
figli della notte che ci gira intorno
noi siamo figli delle stelle
non ci fermeremo mai per niente al mondo.
noi siamo figli delle stelle
senza storia senza età eroi di un sogno
noi stanotte figli delle stelle
ci incontriamo per poi perderci nel tempo

Vasco Rossi - Dannate Nuvole

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Indistruttibile Vasco

vasco rossi e il nuovo singolo dannate nuvole
Sono almeno 10 anni che sento dire "questo sarà l'ultimo LP di Vasco", "questa sarà la sua ultima tournee" ed un sacco di cose simili. Ai pettegolezzi il grande rocker di Zocca ci aggiunge qualcosa di suo, annunciando spesso (ultimamente meno) l'intenzione di abbandonare la scena. A volte lasciando intendere persino l'intenzione di suicidarsi, imitando l'ormai leggendario Kurt Kubain dei Nirvana. Comincio a sospettare che anche questo sia markenting, ma poco mi importa. Quello che importa veramente è che il cantautore sembra non esaurire mai la sua vena creativa. Ed eccolo qui con il nuovo singolo "dannate nuvole", che precederà una tournee estiva (7 concerti tra Milano e Roma) ed un nuovo LP, previsto a Novembre.

Vasco è vecchio?

Questa canzone sembra quasi la dura riflessione di una persona che ha smesso di pensare al presente e comincia a pensare all'aldilà. "Camminare sopra le nuvole", quali nuvole? No, non è un morto che ci guarda dal cielo. Le nuvole sono tutte le puttanate che ci annebbiano la vista nel vivere quotidiano. Oggi l'autore si eleva sopra le nuvole, e, guardandosi dall'alto si chiede perchè. Perchè di cosa? Perchè questa vita di corsa, di fare fare fare, quando alla fine ce ne andremo e di noi non resterà niente! Il tutto farcito del cinismo di chi non crede nell'aldilà. Non crede che per il suo lavoro in questo mondo ci sia un premio nell'aldilà. Eppure esiste un motore che lo fa andare avanti: "Niente dura niente dura, e questo lo sai, però tu non ti arrenderai".

Testo autobiografico?

Ricordiamo che Vasco non scrive mai di se stesso, eppure sembra davvero lui il protagonista della canzone. Lui che ormai guarda all'aldilà, che per altro non esiste, eppure continua a fare musica. O forse parla di tutti noi umani che ormai, come le formiche, lavoriamo per costruire formicai sempre più grandi, pur consapevoli che la nostra fine arriverà comunque, e tutto il nostro lavoro andrà perso.

Nuovo Vasco o Vasco finito?

A sentirlo questo testo appare davvero molto "debole" rispetto a molti testi del passato. Basti pensare a "gli angeli", che pure erano una narrazione fatta da una persona che ci guardava da sopra. Ma è anche vero che per la prima volta in 20 anni sento dei temi nuovi! Finita l'epoca, ormai patetica, dell'auto commiserazione, del piangersi addosso, del sentirsi perseguitato, solo, inadatto, controcorrente... Con questa canzone Vasco Rossi esplora un tema nuovo. Esplora l'aldilà, cosa che già aveva fatto con celebri brani come "c'è chi dice no", ma lo fa in modo diverso. Non lo fa per giudicare, criticare o prendere le distanze, ma per farsi delle domande. Domande che naturalmente non hanno risposta, ma che, almeno apparentemente, l'autore si fa con molta serenità. Anche l'apparente serenità è una novità!

Testo di Dannate Nuvole.

Quando cammino su queste dannate nuvole
Vedo le cose che sfuggono dalla mia mente
Niente dura niente, niente dura e questo lo sai
Però non ti ci abitui mai
Quando cammino in questa valle di lacrime
Vedo che tutto si deve abbandonare
Niente dura niente, dura e questo lo sai
Però non ti ci abitui mai
Chissà perché
Chissà perché
Chissà perché
Quando mi sento di dire la verità
Sono confuso non son sicuro
Quando mi viene in mente
Che non esiste niente
Solo del fumo, niente di vero
Niente è vero niente è vero, niente
Forse lo sai, però tu continuerai
Chissà perché
Chissà perché
Chissà perché
Chissà perché
Quando mi viene in mente che non esiste niente
Solo del fumo, niente di vero
Niente dura niente, dura e questo lo sai
Però tu non ti arrenderai
Chissà perché
Chissà perché
Chissà perché
Chissà perché
Chissà perché
Quando mi viene in mente che non esiste niente..

Concerti in arrivo

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Pronti alla partenza!

Anche questa primavera estete si preannuncia ricca di appuntamenti per chi ama i grandi concerti. La scelta è molto vasta. Ad alcuni ci si deve andare per forza: come mancare alla tournee di Vasco Rossi? Ad altri meglio di no! Ma ci sono anche eventi meno noti che vale la pena menzionare.

Vasco Rossi.

Ogni volta che fa una tournee è l'evento dell'anno. Vasco non è più giovane, le sue qualità vocali sono scese parecchio e i suoi ultimi dischi mancano di originalità. Ma è anche vero che il roker di Zocca è riuscito a compensare queste lacune integrando nel suo entourage una crew di artisti davvero eccellente. Niente da invidiare nemmeno rispetto alle migliori band d'oltreoceano. I concerti sono divisi tra Milano e Roma. Scegliete quello più vicino, ma, personalmente, andrò a quello di Roma, che ha di suo un'atmosfera davvero unica!

Elio e le storie tese.

Il presenzialismo di Elio in trasmissioni musicali di serie b a fortemente diminuito il fascino di questo originale, quanto strano, animale da palcoscenico. Non dimentichiamo comunque che il cantante è sempre accompagnato da una band di tutto spessore e che ogni suo concerto è sempre un evento unico. Quindi ancora una volta sarò in platea ad ascoltarlo.

Simple Mind.

Da amante degli anni 80 non posso mancare. Più per nostalgia che per la qualità dei loro ultimi lavori. Ad ogni modo un biglietto da 23€ mi sembra più che ragionevole. 

Laura Pausini.

Andare ad un concerto di Laura Pausini significa partecipare ad un evento di portata internazionale. Ormai la cantante ha raggiunto un livello ed una fama che la hanno elevata al di sopra degli interpreti italiani. Il suo repertorio musicale è buono e la sua voce unica, come timbro e come estensione. Eppure questa volta non mi troverà nella fila dei suoi fans. Non perchè non lo meriti, ma perchè, rispetto alla precedente tournee, non mi aspetto nulla di nuovo. Sarà per la prossima volta...

One Direction.

80,50 € per un concerto degli One Direction??? Ma siamo impazziti? Quello che mette davvero tristezza è che poi ci sarà pure il tutto esaurito! Per la crisi si può rinunciare a tante cose, ma non a un concerto di questi ragazzini. Mamme, se volete dare un'educazione ai vostri figli dite ai vostri ragazzi che vadano a lavorare e che se lo comprino il biglietto. Quando impareranno il valore dei soldi state tranquille che non li butteranno via per questa baby band! Sarebbe bello che la tournee fosse un flop, così magari le cose cominceranno a cambiare veramente, ma finchè ci sarà qualcuno disposto a pagare....

Billy Idol.

Fascino intramontabile per questa originale e poliedrica star del rock. Unico nella musica, unico nel look, unico nella recitazione! Quest'artista non solo è originale, ma anche inimitabile, visto che nessuno fino ad ora è riuscito a ricalcarne lo stile. Ovviamente è uno di quei personaggi che o si ama o si odia, ma se lo amate, non potete perdere questa, per altro rara, occasione di vederlo dal vito.

Placebo.

Rock! Se amate il rock e magari avete meno di 40 anni questo è il vostro concerto. Musica, cattiveria e adrenalina. Me li sono persi 3 anni fa, quindi questa volta vedrò di non mancare. Sulla band non c'è molto da dire, se non che non ha mai deluso nei live. 

Tensione evolutiva - Jovanotti

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Jovanotti - Tensione evolutiva

Tensione evolutiva.

Ancora una volta Jovanotti cerca di "scavare" dentro all'uomo. Scavare è la parola giusta, visto che il cantautore naturalizzato toscano ormai sembra cercare in tutti i modi di togliere tutto ciò che è "fisico" e andare a cercare l'anima nelle cose. In questo caso la "cosa" in questione è l'umanità.

150000 anni di storia dell'uomo.

Molto sintetica, ma non per questo meno efficacie, la parte introduttiva in cui Lorenza tracce le tappe che hanno visto l'essere umano "impadronirsi" del mondo, da quando eravamo pesci, fino ai giorni nostri. E qui si arriva al dunque "nessuno si disseta ingoiando la saliva!".

Un vuoto da riempire.

Il vuoto da riempire è quello che sta tra lo stomaco e la gola, ovvero il cuore. "Pioggia, vento e sangue nelle vene" sono le cose di cui la vita ha continuamente bisogno. Non importa dove sia arrivato l'uomo oggi, se ha il controllo del fuoco e del frigorifero, se abbiamo delle macchine che sembrano un miracolo, la vita finirebbe se non continuasse a piovere ed a soffiare il vento, visto che la saliva non basta a dissetarsi. Che tradotto in altre parole significa che "l'uomo non può bastare a se stesso". Abbiamo bisogno della natura che ci da l'acqua e il vento per saziare il nostro corpo, ma allo stesso modo, millenni di tensione evolutiva, non sono stati in grado di creare un'uomo che non avesse avuto bisogno dell'amore, di riempire quel vuoto che c'è tra la gola e lo stomaco. Come sempre Jovanotti utilizza parole molto semplici per le sue canzoni, ma questa volta il significato è tutt'altro che immediato. Una nuova "esplorazione" del cantante di gimme five, che in oltre 20 anni di carriera non ha mai smesso di sperimentare nuove vie. Di seguito il testo.

Testo di tensione evolutiva.

Abbiamo camminato sulle pietre incendescentiabbiamo risalito le cascate e le correntiabbiamo attraversato gli oceani e i continentici siamo abituati ai più grandi mutamentisiamo stai pesci e poi rettili e mammiferiabbiamo scoperto il fuoco e inventato i frigoriferiabbiamo imparato a nuotare poi a correree poi a stare immobilieppure ho questo vuoto tra lo stomaco e la golavoragine incolmabiletensione evolutivanessuno si disseta ingoiando la salivaci vuole pioggiaventoe sangue nelle venee sangue nelle venee una ragione per vivereper sollevare le palpebree non restare a compiangermie innamorarmi ogni giorno ogni ora ogni giorno ogni ora di piùdi piùdi piùabbiamo confidenza con i demoni interiorisappiamo che al momento giusto poi saltano fuorici sono delle macchine che sembrano un miracolosappiamo come muoverci nel mondo dello spettacoloeppure ho questo vuoto tra lo stomaco e la golavoragine incolmabiletensione evolutivanessuno si disseta ingoiando la salivaci vuole pioggiaventoe sangue nelle veneci vuole pioggiaventoe sangue nelle venee sangue nelle venee sangue nelle venee una ragione per vivereper sollevare le palpebree non restare a compiangermie innamorarmi ogni giorno ogni ora ogni giorno ogni ora di piùdi piùdi piùdi più



Alan Sorrenti - Desiderare è legge

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alan sorrenti canta desiderare è legge dall'album bonno soku bodai

Alan Sorrenti: da Aria a figli delle stelle.

Alan Sorrenti lo conosciamo tutti come l'autore di fortunati brani come "figli delle stelle", "cosa non darei" e "tu sei l'unica donna per me". Capolavori della musica commerciale, ma i palati più fini ricorderanno anche pezzi molto più impegnati, come "aria". 
Dopo i successi commerciali il cantautore ha cercato di fare ritorno alla musica più impegnata, ma ormai la sua immagine era troppo compromessa, e così, venuto a mancare il supporto del pubblico commerciale, Alan si è trovato senza fans. Finita un'epoca, ed un altro autore messo nello scaffale dei vinili anni 80 assieme alle altre meteore. Ed è proprio di uno di questi album che voglio parlare, di uno degli album che hanno segnato il fallito tentativo di tornare ad essere cantautore impegnato. Si tratta di "Bonno Soku Bodai", da cui è tratto il singolo "desiderare è legge".

La conversione al buddhismo.

L'album esce nel 1987, dopo una pausa creativa durata 4 anni, ed è frutto delle riflessioni successe in seguito alla sua conversione al buddismo. "Bonno Soku Bodai" significa: Bonno - Illusione, Soko - Trasformazione, Bodai - Illuminazione" e va inteso come "i desideri sono illuminazione". La canzone "desiderare è legge" parla in particolare di come ad un certo punto della sua vita abbia perso la corretta via, fino a trovarsi nel caos più totale. Caos a cui a messo ordine grazie alla riflessione degli anni seguenti.
Nel testo vi sono chiari riferimenti alla sua vita personale e professionale.

Le illusioni che ti vendono i produttori.

Ad esempio: "alla fine sono atterrato, in un tempio misterioso, denominato Herò. Li mi venne incontro un uomo che mi disse che avrebbe realizza qualunque sogno io avessi voluto, per sperimentare insieme, se è così che si ottiene, la vera felicità". Quest'uomo potrebbe essere il Vincenzo di Alberto Fortis, o il gatto e la volpe di Bennato. Con la differenza che quest'uomo la promessa la mantiene davvero. Si tratta, nel caso vi fossero ancora dubbi, di un produttore musicale. "Con i sensi e con la mente, appartieni a un mondo dove desiderare è legge", si tratta della vita da star. Soldi, donne, autografi, insomma ogni tuo desiderio è legge! "Negli uffici e nelle scuole, davanti alla televisione, dove come piace a te", la sua musica era arrivata ovunque, e ovunque andasse era riconosciuto e riverito.
"Credimi sbagliare è facile se non sai più chi sei", è l'evidente ammissione di colpa! Si è trattato di un errore, di aver ceduto ad una lusinga. Ecco come Sorrenti è diventato un artista commerciale. Si tratta di un errore, dovuto alla sua ingenuità, o meglio, dell'ingenuità di tutti gli uomini occidentali che conoscono un sacco di cose, ma non conoscono se stessi. Col tempo la vita diventa "una danza infernile, un labirinto di stanze tutte uguali ed in ognuna di esse mi offrivano piaceri sempre nuovi", bello il parallelo tra stanze tutte uguali e piaceri sempre nuovi. Non è una contraddizione, è che ormai è assuefatto anche alla novità. Prova un sacco di esperienze sempre nuove, ma alla fine è tutto noia! Diventa una danza infernale. Alla fine l'uomo diventa un frustrato schiavo dei suoi desideri e delle sue emozioni.

Una porta chiusa senza aprirne un'altra.

La canzone ci lascia qui, all'Alan Sorrenti dei primi anni 80, a quello che deve ancora smaltire la sbornia del successo dei suoi brani commerciali. Sarà proprio da qui che comincerà il cammino per ritrovare se stesso, e lo farà con un lungo cammino introspettivo, coadiuvato dalla cultura Buddhista.
Il pezzo è talmente sconosciuto che solo da pochi giorni è comparso su youtube e, tutt'ora, questo è l'unico sito che ne riporta il testo. Io credo che la canzone, e l'intero album, avrebbero meritato molta più attenzione. E vabbè, a volte gli errori si pagano.

Nuovo progetto per appassionati di letteratura

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Se vi piacciono i testi della musica italiana, posso immaginare che vi piacciano anche le grandi letture! Voglio quindi segnalarvi un mio nuovo progetto: www.ebooksopen.org, dove potete scaricarvi gratuitamente tutti i classici della letteratura mondiale. I libri sono tutti in formato epub (il formato più diffuso per gli ebooks), pdf e mp3 per gli audiolibri (più comunemente chiamati podcast).
Perchè un sito dove scaricare romanzi che già si possono trovare in rete?

Solo libri di qualità.

Perchè la qualità dell'edizione è eccellente. Prima di pubblicare un ebook procediamo a correggere diversi errori di ortografia o sintassi, creare nuove copertine, aggiungere o correggere note, organizzare correttamente il testo in capitoli e ottimizzare il codice per renderlo più leggero (senza sacrificarne la qualità).

Si scarica direttamente dal sito.

La maggior parte dei siti, quando cliccate su download, vi manda in un secondo sito, il quale vi propone diversi mirror, oltre che una valanga di pubblicità, e, spesso, vi apre diversi popup. Da noi non succede niente di tutto questo: i libri li scarichi direttamente dal nostro sito, senza perdere tempo, senza scaricare cose inutili, senza guardarti un filmato in streaming, senza doverti leggere tutta la pubblicità.

Una raccolta completa.

È vero che i libri si trovano su Internet, ma sono sparsi in migliaia di siti, e la ricerca risulta spesso alquanto complicata. Qui trovi raccolti tutti i libri.
Accessibile da dispositivo portatile.
Il sito è stato strutturato in modo tale da essere accessibile da tablet e cellulare con estrema facilità. Il formato stesso dei libri è ottimizzato per questo tipo di supporto. Per finire, i microformati, permettono al tuo dispositivo di caricarlo automaticamente nella tua biblioteca personale.

Contenuti.

Ad oggi ci sono solo un centinaio di libri, e ne vengono aggiunti uno al giorno. Sono divisi in due categorie:
  • manuali: raccolta di manuali e guide. Si tratta di libri "tecnici", molto aggiornati, rilasciati sotto licenza creative commons
  • romanzi: classici della letteratura universale, i cui diritti sono scaduti (ovvero libri il cui autore è morto da almeno 70 anni).
Buona lettura.

Testi di ieri e testi di oggi

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Corsi e ricorsi storici.

La musica è cambiata molto nel corso di questi decenni, e, allo stesso modo, sono cambiati i testi. Soprattutto i temi. Si potrebbe quasi tracciare una linea che parte dagli anni 50 ed arriva fino ad oggi. Anzi, voglio fare il contrario! Partire da oggi e tornare indietro.
Di cosa parlano i testi oggi? D'amore, d'amore, d'amore... siamo tornati agli anni '60, quelli prima della rivoluzione sessuale intendo. Forse le differenze da quei testi sono principalmente due:
  1. il pessimismo: si parla sempre di amori falliti o di amori che vivono situazioni difficili (non solo dal punto di vista affettivo, ma anche di ingerenza economica, sociale o di problemi di salute).
  2. la volgarità: soprattutto i cantanti RAP amano infarcire le proprie canzoni con espressioni volgari e palesi riferimenti al sesso. Si tratta di una semplice, banale ed inutile imitazione dei rapper d'oltreoceano.
Anche la lentezza delle canzoni ne ha ridotto notevolmente il numero di strofe, e, anche sotto questo aspetto, ci riporta indietro. Mancano gli autori o, meglio, gli autori sono gli stessi di 50 anni fa. Gli interpreti sono nuovi, ma anche questi ricordano quelli del pre sessantotto. Passatemi una battuta, ma se negli anni 80/90 ascoltavi Al Bano lo facevi di nascosto perchè ti vergognavi, oggi, rispetto ai nuovi talenti, lo si può considerare rock!

Gli anni 80 e 90.

Gli anni tra i 90 e il 2000 erano dominati dal no-limits! Tutto doveva essere estremo, la musica disco era Tecno o Hard Core, il rock era metallo pesante ed anche la musica italiana ha avuto un suo momento "forte" con i Litfiba, Ligabue, Jovanotti, 99 Posse, tutti sostituiti da Povia, Marco Carta e Arisa. Anche i testi erano estremi, da banali canzoni che ripetevano all'infinito "there's no limits" a Vita Spericolata di Vasco Rossi. Anche Ligabue con "non è tempo per noi", i Litfiba con "el diablo", Jovanotti con "attaccami la spina" si erano perfettamente adeguati. Il tema principale era: nessun tema! Solo casino e adrenalina pura!
Negli anni 80, tornavano i temi degli anni 45-50 degli Stati Uniti, ovvero l'ottimismo, la spensieratezza, il vivere alla giornata. Un vivere alla giornata positivo, come dire, me ne sbatto, mi diverto, tanto le cose domani andranno meglio. Era la risposta alla crisi degli anni '70, al fallimento dei grandi ideali. I testi erano volutamente superficiali, e sono culminati alla fine degli anni 80 col demenziale. Parlando di testi superficiali, come non pensare a Rock'n'roll robot di Camerini o alzati la gonna della Steve Rogers band e la notte vola di Lorella Cuccarini? Il demenziale arriverà dopo, con Charlie e il suo faccia da pirla e Francesco Salvi con c'è da spostare una macchina.

I cantautori.

Gli unici coerenti sono sempre stati i cantautori. Forse l'unica variazione forte c'è stata dopo l'89 con la caduta del muro di Berlino, e, di conseguenza, l'abbandono della politica nei testi (ma che in fondo era sempre stata velata, più che di politica si parlava di ideali, o, per citare Guccini "cercavamo tutti di imitare Bob Dylan").
Testi da scrivere c'è ne sono ancora molti. Spero che finisca questa fase deprimente, in cui ci si limita ad imitare i cantanti d'oltreoceano, e si cominci a scrivere qualcosa di buono.

Andiamo verso il milione!

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Abbiamo superato le 500.000 visite al nostro sito e, adesso, ci stiamo lanciando per superare in fretta il milione di visitatori! Una cifra mostruosa, visto le umili ambizioni del nostro progetto. Dove vogliamo arrivare? Francamente non mi interessa, la verità è che ho lavorato a questo blog con molta sufficienza. Non credevo che a tanti interessasse capire il testo di una canzone. Visto però l'interesse manifestato, da oggi voglio lavorare per migliorare la qualità dei contenuti
Il problema è sempre lo stesso: il tempo! Per cui vedrete sempre meno aggiornamenti, ma articoli molto più curati. Spero anche di leggere più commenti scritti da voi.
Buona lettura,
Luciano

London Calling - the Clash

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alluvione di londra
Col loro fare molto discreto i "the Clash" si sono guadagnati un posto di massimo rispetto nella storia della musica Rock Punk. Nati come gruppo spalla dei Sex Pistols, per anni sono sempre stati considerati uno scalino sotto la celebre band Londinese. Ci ha pensato la rivista Rolling Stones a fare giustizia, ponendo la canzone London Calling al quindicesimo posto delle migliori canzoni di sempre, e l'album omonimo all'ottavo posto dei migliori album rock di sempre, davanti a Sex Pistols, Ramones e tutti gli altri gruppi sul genere.
Una cosa che distingue i Clash da tutti gli altri sono i testi impegnati. Molte band Punk invitavano alla rivolta sociale, all'anarchia, all'autodistruzione... ma erano messaggi semplici e diretti. Non richiedevano un'interpretazione approfondita del testo. Anzi, non la dovevano avere, dovevano essere un pugno sullo stomaco e basta! Cominciare a riflettere sembrava quasi una contraddizione.
Come non citare qui il meraviglioso inizio di Anarky in UK dei Sex Pistols? 
I am an anti-christ
I am an anarchist
Don't know what I want but
I know how to get it
I wanna destroy the passer
ovvero
Sono un aticristo
Sono un anarchico
Non so quello che voglio
Ma so come ottenerlo
Voglio solo distruggere...
Per i Clash è diverso, cercando di mantenere comunque un linguaggio crudo e diretto, cercano di essere meno superficiali. Bisogna poi dire che a mano a mano che i testi si fanno più profondi, anche il suono si fa meno Punk. Alla domanda di un blogger sul perché i Clash vengano considerati Punk, ho risposto "secondo me perchè erano il gruppo spalla dei Sex Pistols e non sono mai riusciti a scrollarsi di dosso questa etichetta". Non che lo abbiano mai voluto. Anzi, è un gruppo che come nessuno è riuscito, per tutta la carriera, ad essere coerente con gli ideali di questi strani rivoluzionari degli anni 70/80. A volte osservo come la musica Punk dopo la grande onda del 77 abbia preso due direzioni: quella autolesionista, la cui massima espressione è stata Gigi Allin, e quella politica, di cui i Clash sono i caposcuola.
London Calling non ha un testo facile da capire per un italiano del 2014. Cominciamo dal titolo: "London Calling to the faraway towns" era il messaggio con cui la BBC iniziava tutti i notiziari che andavano clandestinamente in onda nelle nazioni occupate di tutta europa. In questo messaggio si avverte la dualità della città, quasi una contraddizione: la grande Londra, capitale del mondo libero che corre in aiuto delle nazioni che hanno ceduto al Nazismo, e nello stesso tempo la disperata Londra, che da sola non c'è la fa, e che ha bisogno dell'aiuto di tutti, anche dei piccoli paesini dispersi per l'Europa.
Questa è anche la Londra degli anni 70, culla della cultura libera d'Europa, città dei Beatles e dei Rolling stones, ma anche una città in difficoltà, limitata dalla politica liberista e moralista della lady di ferro. Ecco allora l'appello dei Clash a tutti i paesi, anche i più piccoli e dispersi d'Europa, affinché si uniscano alla capitale britannica nella loro lotta per la libertà. Appello al quale hanno risposto anche realtà italiane, come Pordenone negli splendidi anni del Great Complotto.
Ecco il testo

London calling to the faraway towns
Now war is declared - and battle come down
London calling to the underworld
Come out of the cupboard, all you boys and girls
London calling, now don't look at us
All that phoney Beatlemania has bitten the dust
London calling, see we ain't got no swing
'Cept for the ring of that truncheon thing
La traduzione la lascio per i numerosi siti che ne hanno già fatte di ottime. L'essenza qui è che la guerra è finita e Londra sta chiamando dall'oltretomba. Ovvero, abbiamo sconfitto i nazisti, ma non il liberismo. Uscite dall'armadio (armadio delle vostre convinzioni). L'unica cosa cambiata è l'anello dei manganelli... Interessante la critica alla Beatlemania, non è una criticLondon calling to the imitation zone
Forget it, brother, you can go at it alone
London calling upon the zombies of death
Quit holding out - and draw another breath
London calling - and I don't wanna shout
But when we were talking, I saw you nodding out
London calling, see we ain't got no hides
Except for that one with the yellowy eyesa diretta ai Beatles, ma al fatto che Londra sembra congelata nella cultura degli anni 60. La grandezza dei Beatles, se da un certo punto di vista, ha fatto fare un grande passo in avanti alla società, dall'altro sta impedendo la nascita di nuove idee.
The ice age is coming, the sun is zooming in
Meltdown expected, the wheat is growing thin
Engines stop running, but I have no fear
London is drowning - I live by the river
Una visione apocalittica della realtà, con un riferimento all'incidente nucleare a Three Mile Island, accaduto negli stati uniti (mi domando perché si parli spesso di Fukushima, Chernobyl, ma mai di quest'incidente che fu altrettanto disastroso).
London calling to the imitation zone
Forget it, brother, you can go at it alone
London calling upon the zombies of death
Quit holding out - and draw another breath
London calling - and I don't wanna shout
But when we were talking, I saw you nodding out
London calling, see we ain't got no hides
Except for that one with the yellowy eyes
Ancora un'appello alla gente, a capire che se anche la seconda guerra mondiale è stata vinta, non è stata vinta la guerra per la libertà, e in molti vivono ancora come zombie. Un filo di ottimismo quando dice: "ti ho visto fare un cenno", come dire, so che anche dentro il tuo armadio sei ancora vivo. Possiamo ancora salvarci.
The ice age is coming, the sun is zooming in
Engines stop running and the wheat is growing thin
A nuclear era, but I have no fear
London is drowning - I live by the river
Altra visione apocalittica. Bello quando dice: Londra sta annegando e io vivo vicino al fiume.
 Now get this
London calling, yeah, I was there, too
An' you know what they said? Well, some of it was true!
London calling at the top of the dial
After all this, won't you give me a smile?

I never felt so much a' like
Molto confuso. Londra sta chiamando e c'ero anch'io... e in parte era vero... Come dire, non basta esserci fisicamente, non basta aderire a qualche protesta. Non è questa la vera libertà. Il non mi sono mai sentito così bene non mi è chiaro, non so se è riferito al "non vuoi farmi un sorriso" o è un ironico riferimento alla sensazione di piacere che provano le persone sotto l'effetto delle droghe pesanti.
Posso solo concludere che questo trovo che sia uno dei più bei testi rock mai scritti, degno di essere messo nella lista dei grandi, assieme a Bob Dylan. Forse per anni incompreso, poiché si dava per scontato che un gruppo Punk non potesse mandare un messaggio profondo. 

Anarchy in the UK - Sex Pistols

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I sex pistols e l'onda punk 77
Abbiamo commentato una canzone dei Clash (London Calling) e come non commentare il capolavoro dell'altro gruppo appartenente all'"onda 77", i Sex Pistols? Anarchy in the UK non è solo la canzone Punk per eccellenza, è anche l'icona di una generazione di disadattati, l'inno di chi è contro, un modo di vivere... Ed è grandioso pensare a tutto questo, se consideriamo che il testo è stato scritto in modo quasi dadaistico dal frontman, nonchè cantante del gruppo, Johnny Rotten.
Ed in effetti la semplicità, che spesso rasenta la banalità, è stato uno dei punti cardini del successo del Punk. Dice Steve Jones, chitarrista del gruppo: "la gente veniva ai nostri concerti e poi andava a casa dicendo adesso ci provo anch'io. Non avrebbe detto la stessa cosa se fosse stata ad un concerto dei Pink Floyd, perchè era musica troppo difficile da suonare". Anche i testi dovevano sortire lo stesso effetto.

Il Punk nasce negli Stati Uniti con Patty Smith e i Ramones, anche se qualcuno ne assegna la paternità a Janis Joplin (anche se in questo caso si dovrebbe parlare di maternità). Ciò che distingue il Punk d'oltreoceano dal nostro è il messaggio: molto bohemien per gli americani, fortemente politicizzato per gli europei. Ma questo vale per gruppi come i The Clash, notoriamente di sinistra, non per i Sex Pistols. I Sex Pistols non erano ne di destra ne di sinistra, ne cattolici ne anticattolici, ne Beatles ne Rolling Stones: i Sex Pistols erano soli contro tutto e tutti. Persino la seconda strofa "I'm an anarchist" non sta ad indicare una posizione politica. A detta dello stesso Johnny Rotten la frase era stata scelta semplicemente perchè faceva rima con la precedente. Sarà questa stessa scelta di non intraprendere percorsi politici o filosofici, di non voler raffinare il suono, di non voler lanciare un genere, che decreterà la fine del gruppo. Non la fine da un punto di vista commerciale, ma l'autodistruzione. Come dissero loro stessi, hanno smesso di fare musica perchè non si divertivano più. Ed in effetti lo posso capire. Il loro Punk nichilista non avrà un seguito importante come il Punk politicizzato, ma darà comunque il via ad una corrente che raggiungerà l'apice con Gigi Allin. L'apice o l'estrema bassezza, secondo il punto di vista, ma in ogni caso, non potendo scendere più un basso di così, ne ha decretato la morte (con la morte stessa del cantante).
Per capire a fondo il testo, o meglio, tutto il fenomeno dell'onda Punk 77 dobbiamo anche capire cosa fosse Londra all'epoca. In quegli anni la città avrebbe potuto essere la Milano di oggi. Una città che fino a poco prima era una specie di mecca: ricca, moderna e culturalmente influente in tutto il mondo, improvvisamente, complice la crisi petrolifera e il boom della droga, si ritrova povera, contaminata e dal futuro incerto. Si stava insomma preparando ad 11 di governo della Margaret Thatcher! In questo clima di disagio e con queste scarse prospettive di futuro si presentano alla ribalta i gruppi Punk (ricordiamo la ripetizione ossessiva della frase "no future no future no future for you" in God Save the Queen).
Ecco il testo:
I am an anti-Christ
I am an anarchist,
Don't know what I want
But I know how to get it.
I wanna destroy the passer by
'Cos I wanna be anarchy,
Ho dogs body
Messaggio così chiaro che la canzone avrebbe potuto già finire qui: "sono un anticristo, sono un anarchico, non so quello che voglio, ma so come ottenerlo, voglio distruggerti, perchè sono anarchico e non uno schiavo".  Della serie: non credo nelle religioni e nella politica. Non so nemmeno io in cosa credo, ma ti voglio distruggere. L'anarchia in questo caso è una forma di libertà, di disobbedienza, più che un progetto politico. Quello che però emerge meglio in questo testo è la ribellione verso tutto e tutti. Senza un progetto, solo rabbia e ribellione.
Anarchy for the UK
It's coming sometime and maybe
I give a wrong time stop a traffic line.
Your future dream is a shopping scheme
Cause I wanna be anarchy,
It's in the city
Un'auspicio e un'accusa: nella quarta strofa dice "il futuro che sognate è la lista della spesa", mentre nelle altre ci si auspica un arrivo dell'anarchia, non come soluzione dei problemi, ma solo per incasinare la vita dei borghesi.
How many ways to get what you want
I use the best I use the rest
I use the NME.
I use anarchy
'Cause I wanna be anarchy,
Bella qui. L'autore dice che delle numerose vie per ottenere quello che vuoi lui usa i propri nemici e l'anarchia. Ancora la rabbia che emerge!
 Is this the MPLA
Or is this the UDA
Or is this the IRA
I thought it was the UK
Or just another country
Another council tenancy.
Pesanti accuse alla Gran Bretagna. Chiede se questa sia un'associazione terroristica perchè lui pensava fosse la Gran Bretagna e non una proprietà del governo.
 I wanna be an anarchist
(Oh what a name)
And I wanna be an anarchist
(I get pissed destroy)
Persino questo semplice finale ha un significato. La ripetizione del ritornello "voglio essere anarchico (o che bella parola)" che si conclude con "sono completamente sfatto". Io interpreto quest'ultima frase come un "non prendermi troppo sul serio". Ovvero: non pensare che io voglia fondare un movimento politico, filosofico o che le mie accuse verso il governo debbano poi concretizzarsi con delle serie proposte. Sono solo incazzato col mondo, voglio distruggere tutto, non voglio obbedire a nessuno, punto!
Forse Johnny Rotten cercava di evitare quello che poi sarebbe successo: di essere preso troppo sul serio e di essere inquadrato politicamente. 

A sky full of stars - ColdPlay

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coldplay cantano a full of stars, un cielo pieno di stelle

Coldplay: sei semplicemente meravigliosa come un cielo stellato.

Un cielo pieno di stelle, quale miglior frase per descrivere una donna di cui si è innamorati? Un cielo pieno di stelle non è solo la sintesi della bellezza assoluta, ma rappresenta anche un universo, una raccolta di meraviglie. Non vuol dire solo: sei bella! Vuol dire: possiedi un sacco di cose belle, e, come è impossibile contare tutte le stelle del cielo, per me è impossibile scoprire tutte le meraviglie che ci sono dentro di te.

Questo in sintesi il messaggio di questa canzone della band britannica. Perchè poi il resto del testo non dice molto di più. A parte la frase: 
I don’t care, go on and tear me apart
I don’t care if you do, ooh
‘Cause in a sky, ’cause in a sky full of stars
I think I saw you
che si potrebbe tradurre come:
Non mi interessa, vai avanti e lacerami
Non mi importa se lo fai, ooh
Perché sei un cielo, poiché sei un cielo pieno di stelle
Penso di averti vista

Rischio tutto per le tue meraviglie.

Personalmente non la vedo come un:  "mi stai facendo del male, ma ti amerò lo stesso", quanto piuttosto: "riesci a darmi tante cose belle che non mi pongo nemmeno il problema di pensare al fatto che potresti farmi soffrire. Ogni sofferenza è ripagata dalle tue meraviglie".
Una poesia non deve essere spiegata, anche se a volte è necessario che qualcuno ci indichi una pista da percorrere. Non è questo il caso, quindi vi invito semplicemente ad ascoltare questa canzone, di cui allego testo e traduzione.

God save the queen - Sex Pistols

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cover di good save the queen dei sex pistols

Good save the queen, l'urlo contro il sistema!

Produrre un brano con un titolo simile è certamente un'azione audace, anche in una città libertaria come Londra. Non a caso quando, per il giubileo d'argento della regina Elisabetta, i Sex Pistols suonarono il brano da una barca sul Tamigi, vennero arrestati. La polizia non ci andò per il sottile, e, assieme a loro, portarono dietro le sbarre anche il produttore McLaren e parecchie persone presenti. Certo è, che ancora una volta, la band britannica è riuscita in modo semplice e diretto ad abbattere un altro muro!
"Dio salvi la regina - God Save the Queen"è l'inno nazionale inglese, il nostro inno di Mameli, tanto per capirci, ed è anche un brano che meglio di qualunque altro inno nazionale, risulta legato ad un passato assurdo, che non ha nemmeno ragione di essere ricordato. Un passato che, visto dagli occhi di un anarchico, è un condensato di cristianesimo misto superstizione, monarchia, servilismo i ipocrisia. Quale miglior bersaglio per un gruppo che voleva demolire tutto l'ordine costituito?
Tradurre questo testo è davvero facile.
God save the queen
The fascist regime
They made you a moron
Potential H-bomb
Dio salvi la regina (preso pari pari dall'inno nazionale), il regime fascista, ti hanno reso un cretino, una potenziale bomba H. In questo caso il "god save the queen" sta ad intendere l'inno nazionale stesso, simbolo dell'Inghilterra cristiano monarchica.
God save the queen
She aint no human being
There is no future
In England's dreaming
Lei non è ha nemmeno una natura umana (è vero, è un'istituzione), non c'è futuro in Inghilterra per sognare. Insomma, non puoi sognare finchè non abbatti questi dinosauri.
Don't be told what you want
Don't be told what you need
There's no future no future
No future for you
Non puoi dire quello che vuoi, non puoi dire cosa ti serve, non c'è futuro per te! Non c'è futuro per te!
God save the queen
We mean it men
We love our queen
God saves
Dio salvi la regina, non vogliamo questo, noi amiamo la regina, Dio la salvi! Ironia pura, la stessa ipocrisia che usano i politici quando devono distruggere qualcuno. "lo stimo...""grandi capacità..." solo che non lo vedo adatto...
God save the queen
'Cos tourists are money
Our figures head
Is not what she seems
Dio salvi la regina perchè i turisti sono soldi... come dire: Dio salvi questo fenomeno da baraccone, almeno finchè la gente è disposta a spendere soldi per venderlo...
 Oh god save history
God save your mad parade
Oh lord god have mercy
All crimes are paid
Dio salvi la storia e questa folle parata, Dio abbi pietà, tutti i crimini sono stati pagati. Questa, passata inosservata, è forse l'accusa più pesante rivolta alla regina: Dio salvi la storia, ma in questo caso "salvi" sta per "conservare", la storia e questa folle baracconata. Tutti i crimini sono pagati, pagati si, ma dagli inglesi!
When there's no future
How can there be sin
We're the flowers in the dustbin
We're the poison in your human machine
We're the future you're future 
Quando non ce futuro come può esserci peccato? Non siamo i fiori nel cesto dell'immondizia, il veleno nella tua macchina umana, noi siamo il futuro. Ovvero il futuro, cioè noi, siamo stati buttati nel cesso dall'Inghilterra, che tiene in piedi delle macchine (ricorda qualcosa?).
 God save the queen
We mean it man
We love our queen
God saves
God save the queen
We mean it man
And there is no future
In England's dreaming

Perchè ci sia il futuro bisogna cestinare il passato. 

Ancora ironia, ma questa volta verso la gente che ancora crede nella regina. Come dire, noi ci crediamo alla nostra regina, come no? Ma poi dice "non c'è futuro per il sogno inglese". No future for you viene poi ripetuto ossessivamente. Insomma, secondo Johnny Rotten e compagni perchè il futuro dell'Inghilterra potesse crescere bisognava buttare via questi rimasugli di storia. Invece la storia ha buttato via loro e quindi l'Inghilterra è rimasta senza futuro. Grande canzone, e, come sempre per i Sex Pistols, semplice e diretta!

C'è chi dice no - Vasco Rossi

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Copertina dell'album c'è di dice no di vasco rossi
Primo estratto dal omonimo album del 1987, C'è chi dice no è una canzone speciale, pietra miliare del Blasco e della musica italiana in generale. E' come se il cantautore di Zocca con questa canzone abbia preso piena coscienza di se, della sua musica e della sua persona. Se mi permettete una frase dai toni un po' epici, dopo questa canzone niente è stato più uguale, ne per il Vasco, ne per il panorama musicale italiano. 
Fino ad allora i suoi testi erano un calderone ricco di riflessioni, emozioni e poesie. Non dico disordinate, ma che ancora non avevano portato ad un pensiero organico. Era contro tutti e tutti, ma anche contro niente. Era contro il sistema, ma anche chi era contro. Ma poi non era nemmeno tanto contro... Amava le donne, ma le odiava pure... Alla fine l'autore capisce contro che cosa stava sbattendo la testa da sempre, e matura una canzone dal titolo "C'è chi dice no", no a cosa? No a quelle cose che il sistema gli vuole imporre da sempre, e che lui non riesce ad accettare. Una riflessione, quasi una confessione, per liberarsi la coscienza e per decidere come dovrà essere la nuova vita. Per lo meno adesso il nemico è chiaro! Nell'album precedente "cosa succede in città" il nemico non aveva un volto, erano la maleducazione, il progresso, l'arroganza, adesso no! Adesso è tutto chiaro. Aggiungo che in questa canzone viene dato un volto al nemico, ma il quadro si chiude con le altre canzoni dell'LP. In "brava giulia" si descrive come vorrebbe essere (voglio vivere come se tutto il mondo fosse fuori... - prenditi la vita che vuoi...), nella "combricola del blasco" invece immagina una comunità di gente come lui, esclusa dal sistema, ma che vuole essere lasciata vivere in pace
. Qui mi fermo altrimenti mi servono altri 10 post.
Sono del '73, quando nel 1987 è uscita questa canzone avevo 14 anni, potete quindi immaginare l'importanza che ha questo brano nella mia crescita emotiva! Il testo lo metto completo a fondo articolo, ma intanto vediamo:
"C'è qualcosa che non va, sotto questo cielo - c'è qualcuno che non sa più che ore sono", indica che la società è malata. Molta gente, come lui, è talmente perso che non sa nemmeno più l'ora. Una bella immagine per descrivere la confusione mentale.
"C'è che dice qua - c'è chi dice la - io non mi muovo - io non ci sono", ovvero ci sono un sacco di predicatori che ti vogliono indicare la giusta via, ma io li voglio semplicemente ignorare. Non vi ascolto, anzi, non ci sono nemmeno!
"tanta gente è convinta che ci sia nell'aldilà - qualche cosa chissà?!...  - quanta gente comunque ci sarà... - che si accontenterà!!! ", attacco diretto alla chiesa, ma per esteso, verso tutti colori i quali ti vogliono indicare la verità. La risposta è interessante: non è un: "ti stai sbagliando", "non condivido", "ho altre idee", perché questo tipo di risposta finirebbe inevitabilmente per prestare il fianco ad un dibattito, che ormai lo ha esasperato. La sua risposta è: boh, sarà vero, chi se ne frega, in qualche modo mi accontenterò lo stesso... IGNORATEMI!!!. In fondo la morale della canzone, che si rinnoverà in numerosi brani per i successivi 20 anni, è ignoratemi!!! Sono un'anima persa? Son cazzi miei!
"c'è qualcuno che non sa più cos'è un uomo", ovvero questi cattolici sono talmente legati all'aldilà che non sanno nemmeno vivere in questo mondo.
"c'è qualcuno che non ha rispetto per nessuno", certo. Nessuna aveva avuto il coraggio di dirlo prima. Ma voi che venite qui per aiutarmi a trovare la strada giusta, vi rendete conto che non avete rispetto per me? Mi state dicendo che le mie idee sono sbagliate, io sono sbagliato, la mia strada è quella sbagliata. Non è forse una mancanza di rispetto?
Il ritornello con "c'è chi dice no" conclude il quadro. Un urlo, un grido di rabbia, una frase secca: no! Non siamo tutti come voi, ma non perché siamo degli idioti, perché no! E non sono solo, dovete accettarlo. E, soprattutto, se non mi potete accettare, almeno ignoratemi, non vi chiedo niente di più!



Gelato al cioccolato - Pupo

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Pupo non lo sapeva?

pupo negli anni in cui cantava gelato al cioccolato
Di sicuro non c'è bisogno di fare la parafrasi di questo testo, ma di spiegare cosa sia il gelato al cioccolato si! Si tratta certamente di uno dei più grandi bidoni rifilati ad un cantante nella storia della musica. La vittima è il cantante Pupo e, visto lo spessore culturale del personaggio, la cosa non mi sorprende.
Pupo sostiene di aver cantato per anni questa canzone convinto si trattasse di una canzonetta d'amore, immaginate la sua faccia quando l'autore del testo, Cristiano Malgioglio, ha confidato ai media che il gelato al cioccolato non è il cono che prendi in gelateria, ma l'attributo di un ragazzo tunisino con cui ha avuto un'avventura estiva. Eccolo il gelato al cioccolato, dolce e un po' salato... In questo negli anni '70 erano davvero dei geni. Ricordano grandi pittori rinascimentali, come Lorenzo Lotto e El Greco, che riuscivano a rifilare alla chiesa opere ricche di simboli satanici da fare invidia alla sede di una loggia massonica. 
Ci sono gli I Pooh che con pensiero parlano di un carcerato, di Vasco Rossi che in "domani si adesso no" si innamora dell'eroina, di Patty Pravo che viene tentata dalla sua morosa di fare un triangolo con un uomo... appeno ho tempo vorrei scrivere un'articolo proprio su questo.
Vi allego quindi il testo della canzone, e magari, se volete un consiglio, evitate di chiamare Bella e Monella per farla dedicare alla vostra morosa (a meno che la vostra morosa non sia un bel tunisino).

Testo della canzone gelato al cioccolato.

dove vuoi andare
ti amo
ti annoi va bene balliamo
sei bella
ti lasci guardare
con te non c'è niente da fare
nascosta dai lunghi capelli
tu balli ma i gesti son quelli
bambina ti voglio ti sento
ti muovi mi sfuggi mi arrendo
Gelato al cioccolato
dolce e un po' salato
tu gelato al cioccolato
un bacio al cioccolato
io te l'ho rubato
tu gelato al cioccolato
rimani così
che dolce sei tu
non chiedo di più
profumo di fiori di tiglio
fa caldo ma qui si sta meglio
la sabbia è più bianca stasera
ma dimmi che sei proprio vera
Gelato al cioccolato
dolce e un po' salato
tu gelato al cioccolato
un bacio al cioccolato
io te l'ho rubato
tu gelato al cioccolato
rimani così
che dolce sei tu
non chiedo di più
Gelato al cioccolato
dolce e un po' salato
tu gelato al cioccolato
un bacio al cioccolato
io te l'ho rubato
tu gelato al cioccolato


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